La sostenibilità nella moda è un tema molto articolato. Per questo motivo, non ammette una soluzione semplice e unilaterale. Anzi, come abbiamo già evidenziato parlando della complessità e necessità di una moda più sostenibile, questo tema richiede un approccio globale. E il contributo deve arrivare da tanti attori diversi: in primo luogo dai marchi di abbigliamento e accessori.
Ma cosa possono fare, concretamente, le aziende produttrici? Vediamo insieme 5 pratiche in controtendenza per portare la sostenibilità nel settore della moda.
Pratiche di sostenibilità nella moda
1. Assecondare lo slow fashion
Il movimento della “moda lenta” si contrappone al fast fashion e insiste sulla necessità di produrre capi durevoli. La qualità dei materiali e del confezionamento degli abiti, ma anche il design di linee senza tempo, sono presupposti fondamentali per produrre capi che abbiano un ciclo di vita più lungo. E i marchi che vogliono promuovere una moda sostenibile dovrebbero tenerne conto.
2. Dotarsi di una filiera etica
I consumatori desiderano fare scelte responsabili e consapevoli e vogliono sapere da dove provengono i capi, come sono stati prodotti e qual è l’impatto complessivo della loro realizzazione. Chiedono trasparenza e ai marchi che credono nella sostenibilità della moda conviene adeguarsi. Tante aziende hanno già iniziato a fornire informazioni dettagliate sui loro sistemi di approvvigionamento e processi produttivi e si stanno dotando di una filiera etica, composta da partner che condividono gli stessi valori.
3. Implementare il green sourcing
Le aziende della moda devono adottare strategie di acquisizione dei materiali più sostenibili. Possono scegliere di adoperare materiali come il poliestere riciclato o il cotone organico e altri tessuti rigenerativi, così da ridurre l’uso di sostanze nocive e promuovere un’agricoltura responsabile, che abbia un impatto positivo sugli ecosistemi e allo stesso tempo sostenga le comunità locali.
4. Cambiare i processi di tintura
I coloranti sintetici sono difficili da bonificare e rischiano di inquinare le falde acquifere. I marchi hanno due alternative: ridurre l’utilizzo di coloranti sintetici o utilizzare coloranti più sostenibili. I coloranti ecologici sono, in genere, meno performanti e i marchi rischiano di non mantenere una tonalità coerente su tutti i capi. Tuttavia, questa potrebbe essere un’opportunità più che una criticità: una moda sostenibile è una moda che propone capi unici, uno diverso dall’altro.
5. Ottimizzare i processi di produzione
Le aziende della moda potrebbero rendere i processi produttivi più efficienti, così da generare un beneficio sia per il business sia per il pianeta. Ad esempio potrebbero:
- implementare soluzioni di efficientamento energetico per l’alimentazione degli impianti, così da ridurre le emissioni di carbonio;
- adottare tecnologie per un minore utilizzo idrico e il recupero delle acque reflue;
- limitare gli scarti durante le fasi produttive e riciclare i rifiuti di produzione;
- riciclare gli articoli invenduti e alimentare l’economia circolare;
- preferire imballaggi in cartone riciclato e riciclabile, eliminando la plastica.
Queste buone pratiche sono solo alcuni spunti per portare la sostenibilità nella moda e richiedono comunque la collaborazione dei marchi con altre realtà lungo tutta la filiera tessile. Da parte nostra, il contributo che possiamo fornire si colloca nell’ambito dell’economia circolare. Così, mentre i marchi si concentrano sulla creazione di capi più durevoli e più facili da riparare o riciclare, noi ci occupiamo di prolungare il ciclo di vita dei prodotti già in commercio.
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