Presto le aziende del comparto moda dovranno fronteggiare una rivoluzione: l’entrata in vigore della nuova Direttiva Ecodesign. A luglio 2023 il Parlamento e il Consiglio UE hanno raggiunto un accordo sul nuovo regolamento per la progettazione ecocompatibile, che sostituirà la norma attualmente in vigore (2009/125/CE).
A questo punto è solo questione di tempo: la Direttiva Ecodesign, o ESPR Ecodesign for Sustainable Products Regulation, entrerà presumibilmente in vigore entro la fine del 2024 e sarà applicata in tutti gli Stati UE senza declinazioni nazionali.
Ma cosa prevede il nuovo regolamento? E soprattutto che impatto avrà sulle aziende del settore moda? Vediamolo insieme.
Cosa prevede la Direttiva Ecodesign?
L’obiettivo della nuova Direttiva Ecodesign è rendere la normalità i prodotti sostenibili. Realmente sostenibili. Per far questo, le merci dovranno rispondere a tutta una serie di requisiti, tra cui in particolare:
- durabilità
- riutilizzabilità
- riparabilità.
L’accordo europeo punta a modificare le logiche di un mercato alimentato da prodotti di bassa qualità e dal ciclo vitale ridotto, dominato dall’obsolescenza programmata. I prodotti dovranno essere di qualità migliore, più efficienti, di facile manutenzione e riciclabili. La direzione è chiara: il rispetto dei nuovi requisiti di sostenibilità dovrebbe rinforzare nettamente l’economia circolare, con la riduzione dell’impatto ambientale dei prodotti e la riduzione della quantità di rifiuti.
Tutto questo naturalmente dovrà essere tracciato attraverso un “Passaporto Digitale” di cui ogni prodotto sarà dotato. Chiunque potrà consultarlo: i consumatori potranno scegliere in modo più consapevole, le autorità potranno controllare il rispetto dei requisiti, le imprese che si occupano di riciclo potranno verificare l’assenza di sostanze che impediscono il riutilizzo.
Il nuovo regolamento si applica a numerose categorie di prodotto, dagli elettrodomestici all’abbigliamento. Per quanto riguarda proprio il settore moda, ci sono delle disposizioni particolari.
Cosa comporta la Direttiva Ecodesign per il settore moda?
Per i produttori di abbigliamento, calzature e accessori c’è una disposizione ulteriore da rispettare. Con la Direttiva Ecodesign, infatti, arriverà il divieto di distruggere la merce invenduta e sarà attuato 24 mesi dopo l’entrata in vigore del regolamento europeo, quindi presumibilmente nel 2026.
Questo che impatto avrà sulle aziende del settore moda? Sicuramente obbligherà quelle che non l’hanno fatto a ripensare l’intero ciclo di vita dei propri prodotti, dalla progettazione, alla scelta delle materie prime, dai processi produttivi alla gestione delle rimanenze di magazzino.
Ad oggi i prodotti invenduti hanno tre destinazioni possibili: la distruzione, il riciclo o il mercato secondario. E dal momento che la distruzione non sarà più possibile, le aziende del settore moda dovranno cercare partner affidabili che risolvano loro il problema dello smaltimento delle giacenze.
In M&A facciamo esattamente questo. Preleviamo le rimanenze di magazzino e le ricollochiamo su mercati alternativi attraverso i nostri canali, nel rispetto delle policy di tutela dei brand. Oppure ci occupiamo di smaltire i resi e i prodotti invenduti attraverso un servizio di logistica inversa, indirizzando la merce su mercati secondari degli stessi marchi. In alternativa, ciò che non è più commercializzabile, lo avviamo a processi di riuso e riciclo di rifiuti tessili, grazie alla nostra collaborazione con Corertex.
Se stai cercando un partner strutturato e affidabile che ti aiuti nell’allineamento alla nuova direttiva, contattaci per maggiori informazioni.