L’industria della moda ha un impatto negativo enorme sull’ambiente, sia in termini di consumo di risorse, sia in termini di produzione di rifiuti ed emissioni nocive. Ma cosa significa enorme? È possibile misurare l’impronta ambientale del settore moda e stabilire se un’azienda, un processo, un prodotto è più sostenibile di un altro?
Gli enti e le organizzazioni che raccolgono ed elaborano dati sono molti. Tra questi ad esempio la Global Fashion Agenda e McKinsey & Company. C’è da dire però che lo stesso concetto di sostenibilità è labile e ambiguo. A differenza del termine “biologico”, ad esempio, non esiste una definizione legale e condivisa del termine “sostenibile”, che quindi è soggetto a diverse interpretazioni. In ogni caso possiamo provare a estrapolare qualche numero per avere un’idea anche sommaria dell’impatto della moda sull’ambiente.
Moda e ambiente: un po’ di dati
- Il settore moda ogni anno è responsabile di circa il 10% delle emissioni globali di CO2, vale a dire tra 4 e 5 milioni di tonnellate.
- La produzione consuma oltre il 20% dell’acqua destinata a usi industriali: in questo modo il settore moda si colloca seconda in classifica, dietro all’agricoltura.
- I processi di tintura e finitura dei capi e degli accessori sono responsabili del 20% dell’inquinamento globale di acqua potabile.
- Il 35% delle microplastiche presenti nei mari derivano dal lavaggio dell’abbigliamento sintetico.
- Il 70% dei tessuti è composto da derivati del petrolio, per la maggior parte da poliestere: circa 80 milioni di tonnellate ogni anno.
- Rispetto a vent’anni fa, sulla scia del fast fashion, ogni consumatore acquista il 60% di vestiti in più ma li conserva per metà tempo.
- Solo in Europa ogni anno si producono 5,8 milioni di tonnellate di rifiuti tessili.
Le persone consumano quasi 80 miliardi di capi di abbigliamento ogni anno e il ritmo di crescita del settore della moda lascia intravedere un aumento nel volume di produzione di oltre l’80% entro il 2030.
Contenere l’impatto della moda sull’ambiente
Per quanto la sostenibilità ambientale ancora non abbia una definizione legale univoca, questi numeri dicono chiaramente che un cambiamento nel mondo della moda è più necessario che mai. Anche i consumatori l’hanno capito e stanno iniziando a fare scelte diverse: dal second hand, al noleggio, all’abbandono del fast fashion e dei materiali sintetici per acquistare capi di qualità migliore e dalla filiera etica. Così anche gli outlet e i commercianti nostri clienti, che decidono di proporre fine serie e collezioni precedenti.
Esistono molte buone pratiche che il settore può adottare per impegnarsi in direzione di una maggiore sostenibilità. Noi, dalla nostra posizione privilegiata che fa da ponte tra i marchi produttori e i rivenditori finali, ci impegniamo nell’implementare nel settore moda le logiche dell’economia circolare.
Se sei un brand che ha necessità, da un lato, di risolvere il problema dell’invenduto e, dall’altro lato, di allinearsi alle normative sempre più stringenti in termini di impatto ambientale, contattaci.