L’entrata in vigore della Direttiva Ecodesign, prevista per il 2026, vieterà a tutte le aziende produttrici del settore moda di distruggere i capi invenduti. I brand avranno quindi due opzioni: rivolgersi al mercato secondario o procedere al riciclo dei prodotti tessili. Quest’ultima opzione rappresenta un problema nel caso delle fibre miste contenenti elastomeri.
Quando un tessuto misto viene sottoposto a processi di sfibratura o dissoluzione chimica, gli elastomeri tendono a scomporsi in formazioni gommose o ad incollarsi alle altre fibre. Questo finisce per contaminare il materiale, che non può più essere riciclato, e può perfino compromettere la funzionalità dei macchinari utilizzati.
La ricerca e l’innovazione tecnologica sono fondamentali per massimizzare il riciclo dei capi di abbigliamento e contribuire alla circolarità dell’economia della moda. E finalmente qualcosa si muove.
Elastan nelle fibre miste: le ultime novità per il riciclo
Dalla Danimarca arriva una nuova tecnologia capace di intervenire sui tessuti misti di nylon ed elastan. I ricercatori dell’Università di Aarhus hanno sviluppato un sistema che spezza i legami dell’elastan. In questo modo è possibile separare le catene di elastan dagli altri materiali e aumentare il loro tasso di riciclo.
Il metodo sviluppato dall’Università Tecnica di Vienna è un altro: i ricercatori hanno individuato un solvente che rimuove l’elastan in modo selettivo, senza aggredire gli altri componenti. Materiali come poliestere e poliammide, ampiamente utilizzati per i capi di abbigliamento, possono essere recuperati quasi al 100% e lo stesso solvente può essere riutilizzato.
Importanti novità arrivano anche dall’Italia. Next Technology Tecnotessile è una società di ricerca che ha sviluppato un processo chimico con cui è possibile recuperare sia la fibra sia l’elastomero. Certamente non è un caso che la sede della società si trovi nel distretto tessile di Prato, dove ha sede anche Corertex, nostro partner per il riciclo e riuso tessile.
Dove non arriva il riciclo, arriva il mercato secondario
Queste prime innovazioni tecnologiche lasciano intravedere ulteriori sviluppi per il futuro. In attesa che la ricerca arrivi a procedure che possano massimizzare il riciclo tessile, l’unica alternativa per i brand della moda è ricollocare l’invenduto su mercati secondari, complementari a quelli d’origine.
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