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Slow fashion: il fast fashion ha il tempo contato?

Parliamo di: Moda sostenibile
9 Aprile 2024

Quando si parla di slow fashion sarebbe forse improprio – almeno per adesso – fare riferimento a un vero e proprio modello di business. Si tratta più che altro di un approccio che si è sviluppato negli ultimi quindici anni in opposizione al fast fashion, tanto dal lato dei consumatori quanto dal lato di alcuni brand produttori di abbigliamento, calzature e accessori. Un approccio con un’etica e una consapevolezza diversa riguardo all’impatto della moda fast fashion sull’ambiente e non solo, se si considerano anche le sue ripercussioni sociali. Ma andiamo con ordine e facciamo un breve riepilogo.

Cosa si intende per fast fashion?

Il fast fashion è quella parte dell’industria dell’abbigliamento che produce nuove collezioni – generalmente ispirate se non proprio malamente copiate dall’alta moda – in tempi brevissimi e a costo bassissimo

Quando diciamo tempi brevissimi, intendiamo fino a 52 nuove mini-collezioni all’anno, rilasciate sul mercato praticamente una a settimana. Questo comporta il superamento del concetto stesso di stagione e accorcia tantissimo il ciclo di vita del prodotto. Senza contare che per mantenere basso il prezzo al pubblico, si scelgono materiali sintetici a basso costo e bassa qualità per cui i capi e gli accessori non superano la prova del tempo e in breve sono da buttare e sostituire

Le conseguenze del fast fashion

Il modello di business del fast fashion è stato vincente per tanti colossi della moda internazionale. Supportato anche dai trend che nascono di continuo sui social e durano il tempo di un like, quanto basta per essere superati e sostituiti da nuovi trend. La dimensione perfetta per proporre sempre nuove collezioni, coadiuvata anche dallo shopping online con possibilità di restituire i prodotti. Una vera e propria moda usa e getta, che però ha avuto conseguenze devastanti, sull’ambiente e non solo.

Si calcola che i marchi del fast fashion oggi producano circa il doppio di quanto producevano solo vent’anni fa. E i 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili generati ogni anno, se questa tendenza dovesse persistere, potrebbero diventare 134 milioni entro la fine del decennio.

Questo per quando riguarda la produzione dei rifiuti. Poi bisogna considerare i consumi energetici, l’uso di sostanze chimiche inquinanti, le emissioni nocive nell’atmosfera, le microplastiche riversate in mare. Un costo ambientale elevatissimo, a cui si aggiunge il costo umano. Perché la produzione viene delocalizzata nei paesi in via di sviluppo, dove la manodopera costa meno e non esistono norme che tutelano i lavoratori.

Il movimento slow fashion

Il fast fashion ha il tempo contato? In molti si augurano di sì e il movimento slow fashion va proprio in questa direzione, con iniziative che coinvolgono tanti attori diversi.

Il grande dibattito pubblico che si è animato negli ultimi anni sul tema della sostenibilità ambientale ha fatto maturare nei consumatori una nuova consapevolezza, che si è trasformata in scelte d’acquisto diverse. Le persone pongono maggiore attenzione alla qualità dei materiali con cui sono realizzati i prodotti, in modo che possano durare più a lungo, e chiedono maggiore trasparenza anche sulla provenienza dei prodotti. 

Questo ha portato e sta portando i marchi della moda a sposare la causa della sostenibilità. Studiando delle alternative per la scelta dei materiali, rivedendo i processi produttivi, cercando partner più trasparenti e affidabili per la propria catena di fornitura, dalla selezione delle materie prime allo smaltimento delle giacenze di magazzino. 

D’altra parte, le istituzioni non sono rimaste a guardare e, come abbiamo già accennato, stanno mettendo in atto delle regolamentazioni ben precise sulla gestione dell’invenduto

Quindi, per quanto ancora poco dibattuto dal grande pubblico, l’approccio slow fashion ha già numerosi interpreti e interlocutori. Dove ci inseriamo noi di M&A Export in questo panorama? Nella gestione delle rimanenze di magazzino

Che si tratti di capi invenduti, difettati, disassortiti, resi e sovrapproduzioni. Se hai bisogno di un partner strutturato e affidabile che ti risolva il problema dello smaltimento delle giacenze, in modo tracciato e trasparente, contattaci subito.